30 marzo 2020
 
Le misure adottate dal nostro Governo per far fronte all’emergenza sanitaria in atto hanno cambiato profondamente la vita degli Amministratori di Condominio.
Ad oggi risultano assolutamente vietate le assemblee condominiali, non essendo possibile in alcun modo procedere con la convocazione e tantomeno con lo svolgimento delle stesse.
Trattasi di divieto chiarito dal Governo in seguito all’emanazione del D.P.C.M. dell’11 marzo 2020, laddove viene specificato che è espressamente vietata qualsiasi assemblea – comprese quelle condominiali – che si svolga secondo le modalità tradizionali, autorizzando esclusivamente la c.d. “teleassemblea”, ovverosia la riunione svolta attraverso l’utilizzo di strumenti e programmi di connessione a distanza.
In concreto, si segnala fin da subito come nessuna disposizione normativa vieti nel caso delle assemblee condominiali tale modalità di svolgimento.
L’art. 1136 c.c., difatti, si limita ad imporre la partecipazione degli aventi diritto, senza specificare alcunché rispetto alla necessità o meno della loro presenza fisica, fermo restando che gli obblighi imposti dalla legge in materia di convocazione e di delibere dovranno comunque essere rispettati.
E incombe altresì sull’Amministratore l’obbligo – ulteriore – di fornire a ciascun condomino le linee guida necessarie a comprendere le modalità di svolgimento dell’assemblea, nonché l’utilizzo della piattaforma che verrà utilizzata.
È bene al riguardo che l’Amministratore ottenga il preventivo consenso da parte di tutti i condomini tramite dichiarazione scritta di consenso e di accettazione delle predette modalità di celebrazione dell’assemblea.
Ciò precisato, residuano comunque ancora troppi punti di criticità.
Non sarà possibile procedere con la “teleassemblea” che non consenta il collegamento di tutti i condomini.
Ciò significa che non sarà sufficiente che tutti gli aventi diritto siano dotati di dispositivi per il collegamento da remoto, ma occorrerà altresì che tutti partecipino in maniera effettiva, senza che la loro presenza sia impossibilitata da eventuali problemi di rete.
Nella suddetta ipotesi, è infatti evidente che la regolare convocazione impedisca lo svolgimento dell’assemblea in conformità alle disposizioni civilistiche, con conseguente necessità di dover procedere ad una nuova convocazione.
Ulteriori problemi si potranno rinvenire nell’identificazione dei partecipanti, così come nell’attività di discussione.
Difficoltà concrete si potranno infatti riscontrare nel garantire che ciascun condomino abbia la possibilità di intervenire in tempo reale, nonché di esprimere il proprio voto in relazione ad ogni argomento trattato e che le considerazioni e le decisioni di ciascuno vengano puntualmente riportate nel verbale ed eventualmente registrate su di un file audio o video.
Inutile dire come tutto ciò possa portare all’assunzione di delibere viziate, che, come tali, potranno essere facilmente impugnate.
Ad oggi, pertanto, la “teleassemblea” costituisce in astratto un valido strumento, ma in concreto ancora troppi ostacoli ne impediscono l’utilizzo.
 
 
Dott.ssa Mariachiara Ceriani
  
 
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